Può succedere di effettuare un bonifico ma di inserire l’IBAN sbagliato e pertanto la somma versata viene ricevuta da un terzo soggetto. Posto che si può pacificamente chiedere al terzo la ripetizione di quanto versato indebitamente, il problema sorge nel momento in cui bisogna identificare il soggetto che ha ricevuto la somma di denaro.
Infatti, spesse volte l’istituto di credito del soggetto che ha ricevuto il bonifico si rifiuta di comunicare i dati del terzo invocando, di solito, il segreto bancario.
Ebbene, proprio su un caso simile ha avuto modo di esprimersi il Collegio di coordinamento dell’ABF (arbitro bancario finanziario); il Collegio di coordinamento si occupa di decidere questioni particolarmente rilevanti o che hanno avuto soluzione interpretative contrastanti.
La decisione del Collegio ripercorre tutta la normativa applicabile al caso di specie e conclude interpretando le norme nel senso che la banca del soggetto che ha ricevuto il bonifico è obbligata a comunicare alla banca del soggetto che ha pagato ogni dato utile. Il Collegio inoltre specifica che chi ha effettuato il bonifico sbagliato ha il diritto di conoscere i dati anagrafici (o societari) dell’accipiens dal momento che, se l’ordinamento prevede strumenti di tutela per la ripetizione di quanto erroneamente versato, non è coerente che vi siano ostacoli all’esercizio dei propri diritti.
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