Il 4 luglio è stata presentata una proposta di legge per l’istituzione del salario minimo. La proposta, fatta dalle opposizioni, prevede l’introduzione di un trattamento economico minimo orario di 9 euro l’ora e un trattamento economico complessivo che rispecchi i limiti previsti dai CCNL di riferimento più rappresentativi.
Il progetto di legge depositato alla Camera si pone come obbiettivo quello di dare attuazione alla direttiva comunitaria 2022/2041 in materia, per l’appunto, di salario minimo.
Tra le varie considerazioni preliminari vale la pena evidenziare come i dati presentati documentino l’esistenza di un gap salariale, che è aumentato gravemente a causa della pandemia e dell’inflazione, che colpisce le donne, i giovani e i lavoratori a tempo parziale.
Secondo l’opinione dei proponenti la giusta retribuzione sarebbe ostacolata dai c.d. contratti collettivi pirata, dalla frammentazione dei settori, dalla presenza di forme di lavoro atipico e dalle esternalizzazioni.
La proposta di legge si preoccupa anche di introdurre forme di tutela per il sottosalario tra cui la diffida accertativa che permetterebbe di quantificare il trattamento minimo e di recuperare quanto dovuto. Viene inoltre prevista l’introduzione di un procedimento giudiziale ad hoc per contrastare i fenomeni elusivi della normativa.
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