Recentemente l’Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL) è tornato ad esprimersi sul tema dell’apprendistato in azienda svolto da uno studente.
Il quesito era stato posto da una sede territoriale con riferimento a un minore cui era stato proposto un contratto di apprendistato stagionale come cuoco, ma la normativa regionale che disciplinava l’apprendistato non specificava se il percorso scolastico del minore dovesse essere inerente alla mansione svolta durante il periodo di apprendistato (nel caso di specie, pertanto, si chiedeva se fosse indispensabile che il minore provenisse da un istituto alberghiero).
L’INL con il parere 1369/2023 chiarisce che l’attività che l’apprendista svolge deve essere coerente con il suo percorso scolastico e, in particolare, con il titolo di studio che andrà a conseguire.
Infatti, il contratto di apprendistato ha insito un contenuto formativo e come corrispettivo dell’attività lavorativa svolta dall’apprendista, il datore di lavoro è obbligato non solo a corrispondere la remunerazione bensì anche la formazione indispensabile per l’arricchimento delle competenze professionali.
Nel ricordare che l’apprendistato di primo livello si rivolge a soggetti tra i 15 e i 25 anni, che stanno quindi frequentando un percorso scolastico o in ogni caso formativo, l’INL chiarisce che con l’apprendistato si crea un percorso formativo duale che si svolge parte presso l’istituto di formazione e parte presso l’impresa.
Sebbene la disciplina dei percorsi scolastici sia demandata alle Regioni, qualora queste non disciplinino puntualmente i requisiti dei contratti di apprendistato, bisogna fare sempre riferimento al decreto legislativo istitutivo dell’apprendistato di primo livello (d.lgs. 81/2015).
Il D.lgs. 81/2015 tra le finalità dell’apprendistato inserisce proprio la formazione professionale e pertanto, in assenza di regole regionali specifiche, è indispensabile che il percorso formativo/scolastico sia coerente con le mansioni che il soggetto andrà a svolgere durante l’apprendistato.
Ad Formandum
