Con sentenza n. 25173/2023 la Cassazione delinea nuovamente i requisiti che devono avere i dati personali per poter essere oggetto di anonimato in caso di liti che arrivano a essere decise dall’autorità giudiziaria.
Nel caso di specie era stato proposto un ricorso da parte di una società con il quale contestava l’irrogazione di sanzioni da parte dell’Agenzia delle Dogane e, nel medesimo contesto, chiedeva l’anonimizzazione dei dati della società.
Chiedeva, cioè, che sulle sentenze e sugli atti di causa non risultasse l’intera denominazione della società o altri dati che la rendessero riconoscibile.
La Cassazione respinge il ricorso della società sostenendo che le liti inerenti alle sanzioni tributarie non contengono dati sensibili per come identificati dal Codice della Privacy. Inoltre, nel caso di specie, non solo mancavano i presupposti oggettivi ma anche quelli soggettivi in quanto la richiesta era formulata da una società per mezzo del suo legale rappresentante.
La mancanza dell’elemento soggettivo si deve al Decreto-legge 201/2011 (il decreto Salva Italia) che ha cancellato il riferimento normativo alla persona giuridica, pertanto solamente la persona fisica è legittimata a richiedere l’anonimato delle proprie generalità e di altri dati che porterebbero alla sua identificazione.
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