Come è noto, il d.lgs. 231/2002 ha stabilito che nelle transazioni commerciali decorrono automaticamente gli interessi moratori dal giorno successivo la scadenza del termine di pagamento e decorrono senza che sia necessario costituire in mora il debitore.
Nello specifico la disposizione si applica ai contratti stipulati tra imprese, o tra imprese e pubblica amministrazione, per le prestazioni di servizi oppure per la consegna di merce a fronte del pagamento di un prezzo. Ebbene, per espressa previsione legislativa, gli interessi di mora decorrono dal giorno seguente la scadenza del termine di pagamento della fattura che normalmente, in assenza di accordi contrari, corrisponde al trentesimo giorno dal ricevimento della fattura.
Il termine può essere allungato a 60 giorni solo se vi è un accordo verbale circa i termini di pagamento mentre, in caso di accordo scritto sulla scadenza del pagamento, il termine rimane di 60 giorni solamente se non risulta iniquo per il creditore.
La legge prevede che il Ministero dell’Economia e delle Finanze pubblichi il saggio degli interessi moratori ogni semestre ed è stato recentemente pubblicato il saggio per il secondo semestre del 2023, ossia dal giorno 1° luglio al 31 dicembre.
Le congiunture economiche attuali hanno costretto il legislatore a rivedere al rialzo i tassi che, se dal 2020 al 2022 si attestavano all’8%, già nel primo semestre del 2023 avevano visto un incremento fino al 10.5% per arrivare all’attuale 12%.
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